Brano: [...]a.

Ad esempio, la lapide scoperta a Sali e che, nel l'apri le 1921, sarà deturpata da “ignoti”, recava la seguente epigrafe: « Ai proletari ,/ caduti nella guerra mondiale 191418 / i loro compagni di lotta e di fede / anelanti ad un’era di pace e di amore fra le genti / nel trionfo del lavoro ».

Nella frazione Cappuccini di Vercelli, un ordine del commissario del comune impedì che fosse posta una lapide con la seguente epigrafe, dettata da Angelo Fietti: « Ai proletari caduti in guerra / imprecando al fratricidio / collo sguardo irradiato dalla visione luminosa di un'era di pace e di amore / i superstiti che lottano / perché la visione diventi realtà ».

Numerosi furono, per questi motivi, gli incidenti, culminati con l’episodio di Albano, dove la notte sul 9.1.1921 una guardia comunale uccise il ragioniere Aldo Milano che cercava di rimuovere una lapide murata dalla locale amministrazione socialista.

I fascisti, che compiranno poi una spedizione punitiva ad Albano, faranno del rag. Milano (che fascista non era) il primo martire della l[...]

[...]nascita del Partito comunista anche a Vercelli. La prima assemblea di sezione dei comunisti vercellesi ebbe luogo il 26.2.1921, un mese dopo la scissione di Livorno.

Gli insuccessi registrati nella amministrazione del Comune e l’emergere di posizioni massimaliste ridussero ben presto il numero dei consensi intorno ai socialisti vercellesi. La decisione del Congresso provinciale del partito (attuata poi a Vercelli dall’assessore all’istruzione Angelo Fietti) di togliere i crocifissi dalle aule scolastiche diede luogo ad accese polemiche che contribuirono ad allargare la frattura tra i socialisti e la parte “benpensante” della cittadinanza. Di pari passo, andava facendosi strada nei ceti borghesi l’opinione sostenuta dagli agrari che il nascente fascismo fosse non solo un movimento patriottico, ma un fattore d’ordine contro il “sovversivismo rosso”.

Il fascismo veniva quindi presentato come una provvidenza per i cit

Francesco Leone

tadini indifesi contro le minacce alla libertà, e come una legittima reazione, anzi una sacrosanta ritorsio[...]

Brano: [...]e capeggiavano anche le leghe, diedero un forte contributo in tal senso (Cugnolio, massimo esponente

del P.S.I. vercellese, era anche segretario della Federazione regionale dei contadini) e portarono ben presto i lavoratori vercellesi all’avanguardia del movimento sindacale italiano.

Nel 1913, anno in cui si tennero nuove elezioni politiche, il P.S.I. vercellese (tra i cui dirigenti vanno ricordati, accanto a Cugnolio e a Maffi, il maestro Angelo Fietti, l’avvocato Umberto Savio e Lorenzo Somaglino) aveva esteso una capillare rete organizzativa in tutti i paesi del circondario, tra operai e contadini. Inoltre il partito aveva acquisito grande prestigio e simpatie in vasti strati della piccola borghesia. Il 26.10.1913 i socialisti ottennero una schiacciante vittoria, riuscendo a far eleggere tutti i loro candidati (Cugnolio, Maffi, Savio) e il Vercellese si affermò come una delle zone più rosse d’Italia: la percentuale di voti socialisti fu infatti di circa il 63% nel Collegio di Santhià e di circa il 55% in quelli di Vercelli e Crescentino ([...]